Nella maggior parte dei casi, al ritorno da un viaggio, ciò che ci portiamo a casa sono una manciata di fotografie e tanti ricordi, in particolare visivi.
Nel 2018, durante un viaggio nella valle di Kathmandu in Nepal, è nata l’esigenza di ricordare e mappare anche una serie di eventi sonori per meglio descrivere e ricordare i luoghi, i paesaggi, le persone, la vita del paese che si visita.
Il progetto Recording Atlas vuole fornire una gamma più ampia di suggestioni nel descrivere e raccontare un luogo. Come il nome stesso chiarisce, il fine è quello di creare un atlante virtuale di registrazioni sonore, una mappa interattiva in cui vengono accostati stimoli visivi e uditivi.
I documenti visivi sono costituiti da fotografie, fermi immagine, che permettono al fruitore di concentrarsi al meglio sul suono rispetto, per esempio, a un video, che al contrario veicola l’attenzione sull’aspetto sensoriale che più attrae il nostro cervello, ossia l’immagine. Ogni registrazione e relativa fotografia è corredata da una didascalia esplicativa della situazione, del luogo e della condizione nella quale si è registrato: molto spesso ci è capitato nei nostri viaggi di dover fronteggiare delle condizioni di totale discontinuità e di contraddizione tra suono e immagine, e in molti casi proprio questo controsenso, che per queste ragioni necessita di essere esplicato in una seconda fase, ci ha spinto a documentare con i nostri materiali audiovisivi. Il fine del nostro progetto è quindi quello di raccontare con i suoni il paesaggio, la città, le storie di personaggi da tutto il mondo con le loro parole o la loro musica, ma anche di porre l’attenzione sul mondo che cambia: quello che noi facciamo, di fatto, è raccontare un determinato luogo in un determinato periodo storico attraverso i suoni e di sottolineare con ancora più forza rispetto all’immagine l’unicità dell’esperienza e del momento vissuto.
Parte delle registrazioni al momento disponibili sono state effettuate in alta qualità (48.000 hz/24 bit in formato lossless .wav) con registratori portatili e microfoni binaurali, ovvero due piccoli microfoni omnidirezionali posizionati all’interno delle orecchie del tecnico: una volta riascoltate con l’uso di normali cuffie o auricolari, queste registrazioni danno una risposta totalmente immersiva all’ascoltatore, dato che i suoni, i rumori, gli effetti sono catturati direttamente da un paio di orecchie e restituiti ad un altro paio di orecchie. Saranno quindi percepiti nello spazio esattamente come sono catturati: anche la tecnologia utilizzata rende chiaro ed esplicito il ruolo di chi racconta, la componente soggettiva che caratterizza la registrazione sul campo.
La mappa/sito è inoltre corredata da spunti testuali di carattere antropologico, volti ad indagare la realtà presa in analisi e di scavarvi più a fondo.
Laura Pronestì | P.IVA 09745190968